martedì 29 novembre 2011

Con ai piedi un paio di sci-sci!


Lucio Magri si è suicidato.
Era malato, hanno scritto, di quello che chiamano 'male oscuro', come se ci fossero dei mali in qualche modo luminosi, risplendenti, sfolgoranti.
Apparteneva da tempo immemorabile a una compagnia di giro che mi è sempre stata cordialmente sui coglioni, quella del Manifesto: Parlatopintorcastellinarossanda, il genere lo conoscete. Per soprammercato, lui veniva pure dal mondo cattolico, il che, almeno per me, è (quasi sempre...) tutto dire, signora mia.
Epperò è da stamani che ci sto pensando un sacco, a Magri.
Che era, si sa, un uomo di indubbia avvenenza.
Che era, dicono, un vero gourmet.
Che abitava in una casa bellissima, con annessa donna di servizio peruviana, in centro a Roma.
Che sapeva sciare davvero molto bene.
Viene in mente, adesso, la frase che si sentiva pronunciare più spesso quando si parlava di lui, “il comunista sugli sci”, o di quelli come lui, borghesi rossi con casa in centro a Roma e servitù proveniente da paesi esotici, posti dove magari ci sono ancora i 'movimenti di liberazione' (alzi la mano chi se li ricorda, i 'movimenti di liberazione': andavano un bel po' di moda ,anni annorum fa, giusto?), e cioè: «È facile fare i comunisti, avendo i soldi!».
Variante: «è facile fare gli intellettuali comunisti, avendo i soldi!».
E sarà pure facile, non dico di no, ma è senz'altro più difficile, e più dignitoso, che essere un filisteo di merda, un plebeo ignorante che, se c'è da votare, vota per qualche pagliaccio che gli assomiglia (cioè per Bossi o giù di lì, se giù di lì fosse possibile) o una di quelle beghine bigotte che oggi saranno senz'altro rimaste oh, così scioccate dalla scelta del comunista sugli sci proprio perché è stata una scelta e non qualcosa che ti hanno insegnato in parrocchia.
Più difficile che essere, insomma, un italiano moderato ovvero una roba elementare sul serio, l'interprete di un ruolo in commedia per cui in genere basta solo piazzarsi da qualche parte, col culo a paratia e in favore di vento, aspettando con pazienza di vedere chi vincerà alla fine e dunque chi sarà il signore e padrone che nel dopoguerra distribuirà le prebende, o gli avanzi.
Lucio Magri, il comunista sugli sci, verrà sepolto a Recanati, accanto a sua moglie Mara, morta di un altro male molto, molto oscuro qualche anno fa.

Recanati.
Mica un brutto posto, per riposare.

mercoledì 23 novembre 2011

If...

Che dire del rapporto che hanno gli italiani col loro nuovo governo?
Mah, solo questo: che se Luciano Pavarotti fosse ancora vivo non dubito che cercherebbe in ogni modo di duettare con Mario Monti a un Pavarotti&friends.


Dopo aver duettato con gli Iron Maiden, certamente...

martedì 15 novembre 2011

Dedicata agli ammiratori di Giulietto Chiesa e ai lettori del Fatto

Dopo aver sparato a Kennedy, Mario Monti sorrise a Lee Harvey Oswald, ritto accanto a lui.
«Bel colpo, vero?»
«Mira fantastica, Mario!», disse Oswald dopo aver emesso un fischio prolungato.
«Bene. Senti, Lee... Io scendo un attimo a bermi un caffè. Mi terresti il fucile? Solo un attimo, eh...».
«Ma certo, amico mio. Tranquillo. Vai e rilassati, non c'è problema. Intanto che torni, io mi leggo un libro: ce ne sono così tanti, qui!».
«Bravo, bravo. Beh, allora io vado, Lee. Ciao!».
«Ciao, Mario!»
Mario Monti uscì dalla stanza, si fece sei piani di scale e arrivò in strada. Poi cominciò a camminare, senza fretta, verso una Packard nera del '56 parcheggiata dall'altra parte di Dealey Plaza.
Dopo dieci minuti, non vedendolo tornare, Lee Harvey Oswald iniziò a subodorare qualcosa... Decise dunque di darsela a gambe levate dopo aver mollato il fucile, un vecchio moschetto italiano della Carcano sul quale furono successivamente trovate le sue impronte digitali.
La polizia lo beccò qualche ora dopo, all'interno di un cinema in cui era entrato senza pagare il biglietto.


La fuga di Mario Monti da Dallas fu organizzata da Lyndon Johnson in collaborazione col Mossad e col Rotary Club di Varese. Era il 23 novembre 1963.

domenica 13 novembre 2011

Anch'io terzista!


Oggi il timorato Aldo Cazzullo, sul Corriere, stigmatizzando chi ieri sera ha festeggiato nelle strade la patetica uscita di scena del nostro sire, ha scritto: “La premessa di una nuova stagione non può prescindere dal rispetto per i sentimenti e le opinioni di chi in Berlusconi ha creduto. Prendersi vendette o rivincite alla fine di un ciclo lascia sempre un retrogusto amaro. Farlo ora, a metà del guado, è un esercizio imprudente oltre che improvvido...”.
Cioè, afferma il Cazzullo, siccome il governo Monti - che dovrebbe tirarci fuori dalla merda in cui ci ha messo il governo Berlusconi - avrà una base parlamentare di destra/centro/sinistra, sarebbe saggio tenere comportamenti reciprocamente più tolleranti tra italiani di destra (o berlusconiani?) e italiani che berlusconiani non sono né sono mai stati, pena il fallimento dell'ardito progetto politico.
E io devo dire che concordo in pieno coi terzisti del Corriere, sempre così saggi, equilibrati e corretti. Perciò ho messo insieme un prontuario di risposte da fornire, in questi giorni difficili, a eventuali interlocutori berlusconiani: risposte sagge, equilibrate e corrette, ça va sans dire.
Le domande, sappiatelo, vengono da facebook, e son roba vera (oh, quanto vera!) anche se opportunamente riarrangiata.
Vedrete che il mio prontuario vi sarà utile, o buona gente: vedrete che prima o poi mi ringrazierete.


Domanda: Ma la sinistra lo sa, che il nostro Paese è stato commissariato da tedeschi e francesi?
Risposta:
Eh, che ci vuoi fare... Mi son sempre piaciuti i polizieschi. Senti, per combinazione ho qui delle noccioline: la vuoi, una nocciolina? Son buone, sai? Prendi una nocciolina...

Domanda: Da oggi sei anche tu commissariato: lo sai, almeno?
Risposta: Eh, che ci vuoi fare... Maigret e Montalbano son tipi tosti, lo so. Senti, per combinazione ho qui delle mentine: la vuoi, una mentina? Son buone, sai? Prendi una mentina...

Domanda: Ma lo sai che mi divertirà da matti vedere il governo Monti applicare pedissequamente le indicazioni della BCE? Oh, se mi divertirò! Oh, quanto mi divertirò!
Risposta: Beato te, beato te: gente allegra il ciel l'aiuta... Senti, per combinazione ho qui delle arachidi: la vuoi, un'arachide? Son buone, sai? Prendi un'arachide...

Domanda: E quando Monti farà macelleria sociale – perché le indicazioni della BCE sono chiaramente macelleria sociale – la sinistra che farà? Che dirà?
Risposta: Non lo so che farà, forse diventerà vegetariana... Senti, per combinazione ho qui delle carrube: la vuoi, una carruba? Son buone, sai? Prendi una carruba...

Domanda: Ride bene chi ride ultimo! E forse sarò io a ridere per ultimo/ultima, lo sai?
Risposta: Ma certo, come no, certo che lo so. Voi del resto siete sempre tra gli ultimi, mai che vi avessi visto tra i primi... Anzi, volendo proprio essere pignoli, c'è il terzultimo, poi il penultimo, infine l'ultimo ed è dopo l'ultimo che in genere venite voi. Senti, per combinazione ho qui un maalox: lo vuoi, un maalox? Fa bene, sai? Prendi un maalox...

venerdì 11 novembre 2011

Come eravamo

Nel mondo prima del berlusconismo... Anzi, no, dai: posso fare di meglio.

Nel mondo prima del maggioritario, quando andavo in edicola a comprare la Repubblica o l'Unità e notavo che il signore accanto a me comprava il Giornale (diretto da Montanelli, vabbé, ma era comunque il Giornale), pensavo (più o meno, ma insomma): “Guarda guarda: un conservatore”.
(e lui di me pensava una cosa tipo: "Bah, 'sti comunisti... State lì dove state, va, che state bene...")
Nel meraviglioso mondo del maggioritario, quando vado in edicola a comprare la Repubblica o la Stampa (l'Unità non la compro più da almeno dieci anni, e per ottimi motivi) e vedo il signore accanto a me che compra Libero o il Giornale, io penso: “Guarda guarda: uno stronzone. Povero demente...”.
(e lui, di me, in genere pensa: “Guarda guarda: un comunista di merda. Meno male che Silvio c'è, schifoso farabutto che non sei altro...”)
Questo è quello che ci resta del berluscon... Anzi, no, dai: questo è quello che ci resta del maggioritario.
(perché senza il maggioritario Silvio Berlusconi non sarebbe mai diventato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: chi non ha capito questo, secondo me, non ha capito un accidente di niente di tutto ciò che è accaduto in Italia negli anni che vanno dal 1994 al 2011, e soprattutto del perché tutto ciò che è accaduto in Italia negli anni che vanno dal 1994 al 2011 sia potuto accadere)



(nella foto, una soddisfattissima vestale del berluscon... Anzi, no, scusate: una soddisfattissima vestale del maggioritario)

martedì 8 novembre 2011

The Big Chill (di Lawrence Kasdan)


- "Dove lavoro, abbiamo una sola norma editoriale: non scrivere niente di più lungo che l'uomo medio non legga durante una cacata media... Sono stufo che il mio lavoro venga letto nei cessi".
- "La gente leggeva Dostoevskij, nel cesso".
- "Non in una cacata sola, però".

domenica 6 novembre 2011

Idee

Ieri un tizio che conosco, iscritto come me al famoso Partito Democratico, mi ha fatto gentilmente presente che dovrei imparare a rispettarle, le idee di Matteo Renzi, invece di irriderle come faccio ogni volta che posso: ma chi mi credo di essere? Ehh?
Ecco, secondo me qui bisognerebbe essere molto ma molto precisi: cosa intendiamo, quando parliamo di idee?


Una volta, nel corso di un convegno che aveva per oggetto la questione della creatività nella scienza, Jacques Monod raccontò una certa storiella, che presentò come veramente accaduta.
Riguardava il poeta Paul Valéry e Albert Einstein.
In breve, quando Einstein capitò per la prima volta a Parigi, una signora che apparteneva all’alta società della capitale francese ebbe l'indubbio onore di ospitare sia lui che Valéry nel proprio salotto. Com'è, come non è, la grande dame in questione sistemò lo scienziato e il poeta in modo che la loro conversazione potesse essere udita da tutti i presenti.
Paul Valéry - che diceva spesso di esser lui più interessato al processo della creazione artistica che al prodotto finale della medesima - provvide subito a porre ad Einstein una domanda precisa: “Come è che Lei lavora? E potrebbe raccontarci qualcosa del Suo modo di lavorare?”.
Ed Einstein: “Bene, non so… Esco di buon mattino e faccio una passeggiata” (l'uomo era uno che passeggiava volentieri, un po' come Kant).
“Davvero interessante”, replicò Valéry, ”E naturalmente Lei ha con sé un taccuino; e, allorché Lei ha un’idea, la scrive sul suo taccuino”.
Al che Einstein rispose: “No, non faccio questo”.
“Dunque Lei non fa così?”.
“Vede”, rispose Albert Einstein, “un’idea è veramente rara”.
Un’idea è veramente rara.
Albert Einstein dixit.
Einstein.


E io dovrei portar rispetto alle idee... di chi? Di Matteo Renzi, giusto?
Guardate, al massimo io posso concedere che Matteo Renzi abbia delle opinioni. Anzi, meglio: posso concedere che Mattei Renzi condivida opinioni altrui. Come me. Come tanti. Come quasi tutti.
Ma idee, suvvia...