martedì 20 maggio 2008

Parole celebri dalle mie parti (n.14)


"Il vero senso della parola 'liberale' può intendersi solo in opposizione alla parola 'servile'."

(Ernesto Rossi)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

E bravo Tic! Questa citazione di Ernesto Rossi oggi è illuminante. E pensare che il suo atteggiamento europeista, federalista, democratico, antiprotezionista e onestamente laico era stato considerato “superato” dai suoi contemporanei già negli anni ’40! Quando a definirlo “scomodo” non erano solo i fascisti che l’avevano incarcerato e messo al confino, ma anche i socialisti, i liberali ed i comunisti che lo definivano “un eccentrico fuori dal senso della storia”. Probabilmente solamente perché la sua critica feroce al fascismo ed al capitalismo non lo inducevano ad essere più accondiscendente con il comunismo, di cui contrastava la stessa vocazione al monopolio e al totalitarismo, né il suo impegno per l’abolizione della miseria e l’interesse per la questione sociale facevano di lui un socialista. Pessimista riguardo al futuro prossimo, ma convinto che la storia andasse ben oltre la vita di un singolo individuo, quindi incurante del giudizio dei suoi contemporanei, aveva posto il problema della libertà di coscienza nella vita politica, smascherando non solo i rapporti economici che legavano il fascismo alla Chiesa cattolica, ma definendo quest'ultima come la forma religiosa ideale per i regimi reazionari, da cui ottenere esenzioni e privilegi e di cui approfittare per consolidare la propria influenza su scuola e famiglia.
Mi hai fatto venir voglia di rileggermi qualche brano di Rossi. Senti un po’ cosa diceva nel Manifesto di Ventotene. Tolte certe sfumature stilistiche un po’ retrò (ma a sentire certe prose di alcuni intellettuali odierni, neanche tanto retrò) potrebbe essere il "verbo" di un Partito Democratico che si rispetti.
“Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie tra i giovani. Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell’attuale crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l’eredità di tutti i movimenti di elevazione dell’umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo.”

tic. ha detto...

"...smascherando non solo i rapporti economici che legavano il fascismo alla Chiesa cattolica, ma definendo quest'ultima come la forma religiosa ideale per i regimi reazionari, da cui ottenere esenzioni e privilegi e di cui approfittare per consolidare la propria influenza su scuola e famiglia".

IL MANGANELLO E L'ASPERSORIO andrebbe fatto leggere a qualche dirigente del PD.
Ma non a chi proviene dalla DC (via Margherita): bensì ai diessini ex piccisti (gente come la Turco, ad esempio...).
Gli ex comunisti mi sembrano averne decisamente più bisogno: la smania di farsi accettare in società ha fatto dei brutti scherzi, a qualcuno...

Anonimo ha detto...

Naturalmente. Riguarda tutti: ho letto in questa chiave anche il discorso di Fini alla Camera quando, in completa contraddizione da quanto realmente praticato dallo stesso Berlusconi, ha definito "doveroso" festeggiare 25 aprile e 1° maggio, operando un sorpasso in accelerazione del compagno Bertinotti.
Sono del resto sempre gli "ex" a situarsi su posizioni diametralmente opposte a quelle sostenute in passato, che ne siano convinti o meno. Guarda l'intolleranza degli ex fumatori verso chi il vizio non l'ha perso. O il rapido diffondersi di sentimenti xenofobi tra gli stranieri integrati. Quasi come se combattere una crociata in prima linea potesse emendare un passato ritenuto scomodo.

tic. ha detto...

Si.
E' proprio così: certe crociate rappresentano una sorta di lavacro, per qualcuno.
E' triste, però.

Nel caso degli ex picisti, trovo particolarmente patetico il fatto che certi dirigenti non abbiano MAI saputo difendere le cose belle che i comunisti italiani hanno detto e le battaglie giuste che hanno fatto.
Ci sarebbe stato molto da dire su tante cazzate dette e fatte.
Ma c'era pure qualcosa da rivendicare.
Non lo si è saputo fare.
Peccato.
Per i semplici militanti, soprattutto: quelli che ci hanno creduto senza lucrarci sopra, in genere, proprio nulla.